Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa, capolavoro dell’opera buffa italiana, era assente dalla programmazione del Teatro del Giglio dal 1979.
Ieri sera, venerdì 7 febbraio, diretto dalla bacchetta di Julian Kovatchev, dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, e con la regia di Italo Nunziata, ha rallegrato nuovamente gli animi di un teatro cittadino tutto esaurito.
Nessuna stravaganza reinterpretativa, nessun vezzo registico, ma una classica e fedele esecuzione dell'opera che fin dalla sua prima rappresentazione, nel 1792, collezionò successi sui palcoscenici di tutto il mondo. Buone le voci dei cantanti, snelle, ma d'effetto le scenografie.
Degna di nota la soprano Lavinia Bini, che veste i panni della cadetta Carolina con grande armonia interpretativa; una voce precisa, pulita e ricca di colore.
Notevole anche la "canna" di Omar Montanari, il Conte Robinson, che, ad esser puntigliosi, forse risultava a tratti un po' troppo "forzata" ma nel complesso assolutamente di buon gusto.
Qualche incertezza vocale invece per il tenore Matteo Falcier, Paolino, comunque compensata egregiamente da una grande espressività recitativa.
Tre ore di spettacolo che trascorrono anche troppo velocemente tra risa e commozione. Ottima l'esecuzione dell'orchestra e del cembalista Riccardo Mascia, eleganti le scene e i costumi di Pasquale Grossi, comunicative le interpretazioni dei cantanti.
Grande soddisfazione dunque tra il pubblico per la rappresentazione che andrà nuovamente in scena domani, domenica 9 febbraio, alle ore 16.
La Trama
Paolino e Carolina, in preda a un impulso amoroso, si sono sposati in segreto da due mesi e fra ansie e sotterfugi si adorano senza potersi appartenere, il che accresce la loro tenerezza e il loro ardore. Paolino vorrebbe persuadere la sua sposina segreta alla fuga: ella però esita, se pur angustiata da mille pene. Intorno ai due innamorati si muove una piccola folla di personaggi della tipica comicità settecentesca: Geronimo, il padre di Carolina, sordo, avaro e ricco mercante (padrone di Paolino), il conte Robinson, ricco pretendente inglese, Elisetta, la sorella di Carolina, caratterialmente dispettosa, ambiziosa, aspra e maligna (la quale è stata destinata in nozze dal padre al conte Robinson), e la zia Fidalma, ricca vedova che ha investito i suoi capitali nelle imprese del fratello Geronimo, presa anch'essa da un'ardente passione per il giovane Paolino. L'intreccio s'aggroviglia ulteriormente e piacevolmente: il conte Robinson, che secondo i progetti di Paolino dovrebbe sposar Elisetta, appena vede Carolina s'innamora di questa e dell'altra non ne vuol più sapere. Geronimo protesta, ma Robinson gli propone di rinunciare a metà della dote se gli concede la mano di Carolina invece della mano di Elisetta. La rabbia di Elisetta e le dichiarazioni amorose di Fidalma a Paolino complicano ancor più la faccenda, quindi i due decidono di fuggire. Però la fuga non riesce, giacché tutto è scoperto, ma per fortuna tutto si sistema in lieto fine.