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Lavoro in nero. Nei guai una ditta di confezioni cinese

La Redazione
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Proseguono incessantemente i controlli sul territorio alle attività gestite da cittadini cinesi.

Dopo la recente scoperta del laboratorio-dormitorio in cui venivano assemblate tomaie per calzature, e della fatiscente stireria di Altopascio, questa volta, sempre ad Altopascio, ad entrare nel mirino dei Carabinieri è stata una ditta di confezioni sita in località Turchetto, dove venivano cuciti ed assemblati prodotti di maglieria provenienti da ditte pratesi.

Come da copione i militari, che nella mattinata di ieri, 8 maggio, vi hanno fatto irruzione, hanno riscontrato all'interno dei locali una lunga serie di infrazioni.

Al loro arrivo hanno infatti riscontrato che dei 14 operai in forze solo 6 erano regolarmente assunti, che gli impianti elettrici non erano a norma (presenti cavi a vista e ciabatte sovraccariche), che gli estintori  non erano regolarmente manutenuti e che, inoltre, erano presenti bombole di gas con tubi volanti con i quali veniva alimentata una cucinetta dalle pessime condizioni igenico sanitarie (vedi galleria fotografica a piè pagina). Nella ditta infatti, il dipartimento prevenzione della USL 2 ha riscontrato che gli impiegati, oltre a lavorare, mangiavano e dormivano, accatastati in una piccola stanzetta adibita a dormitorio.

L'ispettorato del Lavoro, che per l'operazione è stato affiancato da USL e Vigili del Fuoco, ha dunque sospeso l'attività ed elevato alla titolare, W.C del '64, un cittadina cinese residente ad Altopascio, una sanzione amministrativa di ben 35.000 euro.

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