Mostro si traveste da fidanzatino perfetto e sevizia quattro ragazze

Percosse. Violenze. Mani legate da funi. Cellulari rotti. Dita in gola per farle dimagrire. Per "lui", questo era "l'Amore"

Nicolò Giusti
11/12/2013
Cronaca
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Sembrava un normalissimo ragazzo, educato, attento al look, posato e un po' modaiolo, il lucchese che ha rivelato celare dentro si sé un mostro.

Il ragazzo, che chiameremo “Eugenio”, si è reso protagonista di una serie di azioni, perpetrate nel tempo, ai danni di 4 giovani ragazze.
E i dettagli emersi dalle indagini della stazione dei Carabinieri di San Concordio, sono da nausea...

Fin da ora, vogliamo far presente che nomi ed età precisi saranno omessi per tutelare le vittime.
Nonostante il giovane sia in stato di arresto, non divulgheremo la sua identità per garantire l'anonimato alle quattro ragazze coinvolte.

È iniziato tutto nel giugno 2012, quando presso la stazione di San Concordio si è presentata la mamma di “Maria” (anch'esso nome di fantasia), per raccontare ai militari la relazione morbosa e oscura che si era instaurata tra sua figlia ed Eugenio. Infatti il giovane, di età compresa tra 20 e 30 anni era solito frantumarle cellulari, legarla e commettere violenze, tagliarle i vestiti con le forbici ed una lunga serie di angherie, tra cui costringerla a rigidi costrizioni fisiche per dimagrire: il “fidanzatino” infatti, perché la sua “amata” ricalcasse i canoni di ragazza perfetta, la faceva correre per ore sul tapis roulant e poi le infilava le dita in gola, per causarle nausea e quindi vomito.

Dopo un po' di tempo e di richieste di incontro, i Carabinieri sono riusciti a parlare con Maria, in presenza di sua mamma. La ragazza, confermò quanto già dichiarato dalla madre.
Ed ecco che per la prima volta ha fatto la sua comparsa, Eugenio, che a più riprese si presentò alla stazione dei Carabinieri per sostenere che dovevano parlare solo con lui.
Non con Maria, o la madre di lei.

Per timore di ritorsioni, e vittima di un palese caso di “Sindrome di Stoccolma”, la giovane non ha poi denunciato il fidanzato.
Tuttavia, Maria, si è allontanata per 15 giorni: in questo periodo il cordone che la univa ad Eugenio si è sfilacciato sino a strapparsi. Se ne era liberata.

Gennaio 2013: presso la stazione dei Carabinieri di San Concordio si è presentata “Anna” insieme ai suoi genitori. Stesso copione, stesse modalità, stesso modus operandi: Eugenio era tornato a colpire, e la nuova vittima subiva le stesse violenze di Maria.
Fortunatamente la giovane, anche grazie alla mediazione del Carabiniere Donatella Serra, è riuscita ad aprirsi e fidarsi delle forze dell'ordine, denunciando tutto quanto.

Il 26 marzo 2013, Eugenio si è ritrovato con una custodia cautelare.


Si è creato così un “circolo virtuoso” di fiducia e, visto il passo fatto da Anna, anche Maria ha deciso di sporgere denuncia.

Ma ecco un nuovo elemento. Una nuova vittima: “Laura”.
La giovane si è recata dai Carabinieri per denunciare le violenze subite da Eugenio. Percosse, dita in gola, cellulari spaccati, violenze psicologiche... Ormai era chiaro che il giovane fosse seriale.
Durante la deposizione, la ragazza è esplosa in un pianto incessante, ricordando i fatti che risalivano all'anno precedente.

Con le prove e i dati necessari, i Carabinieri hanno fatto in modo che Eugenio venisse accusato ed infine fosse allontanato.

Arriviamo così a settembre 2013.
Il Maresciallo De Leo, mentre era fuori servizio, si trovava presso il pronto soccorso, dove ha visto una minorenne, “Federica”, su un lettino, in attesa dei medici. Al suo capezzale, Eugenio.
Il Maresciallo subito ha notato che c'era qualcosa di anomalo e ha diramato l'allerta.
Il Mostro non era cambiato: era ancora un violento seriale.

Federica è entrata in contatto con i Carabinieri e ad ottobre 2013 ha denunciato l'inferno che subiva.
Come negli altri casi, la ragazza era costretta ad ore di corsa su tapis roulant e dita in gola per dimagrire, cambio di colore dei capelli, violenze psicologiche e fisiche... Eugenio aveva in mente uno standard di ragazza, e tutte le sue “amate” dovevano avvicinarcisi il più possibile.


Con elementi sufficienti per porre fine alle angherie, che questo Mostro riversava sulle ragazze con cui instaurava relazioni “amorose”, i Carabinieri hanno arrestato Eugenio, domenica 8 dicembre.

Interrogato, ha dichiarato: “Ma io che devo fare? Le mettevo alla prova alzando le mani. Se giravano i tacchi e se ne andavano, pazienza... Ma loro tornavano sempre. Tornavano tutte”.


I Carabinieri tengono a ricordare che Poliza di Stato, Polizia Municipale e Carabinieri stessi, ci sono. Sono presenti.
Se una ragazza si trova in una situazione di violenze deve sapere che può affidarsi in tutta fiducia alle Forze dell'Ordine, che sono qualificate ed in grado di prestare aiuto e soccorso.
 

Ricordiamo che età e nomi sono omessi per garantire anonimato delle vittime.
I tipi di violenza che questo giovane applicava sulle vittime sono talmente scabrosi che abbiamo ritenuto opportuno non rendere pubblica gran parte delle azioni commesse.

La Redazione tiene a precisare nuovamente, viste le numerose sollecitazioni, che, per quanto Eugenio sia stato tratto in arresto, non verrà divulgato il suo nome, non tanto per tutelare lui, quanto per tutelare le 4 ragazze vittime, tra le quali una minorenne.
Una volta a conoscenza del nome reale del Mostro, sarebbe fin troppo semplice risalire all'identità di Maria, Anna, Federica e Laura (i quattro nomi di fantasia utilizzati nell'articolo). Verrebbe così meno il loro anonimato.

(Nella foto il Maresciallo De Leo, il Luogotenente Finocchi e il Carabiniere Scelto Serra)

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