Lucca, 6 marzo 2018 - Secondo le stime più recenti, nel 2017, in Italia, quasi 7 milioni di uomini di varie età hanno avuto una diagnosi di Ipertrofia Prostatica Benigna, una patologia non tumorale che comporta l’ingrossamento anomalo della prostata, con compressione dell’uretra e conseguente ostacolo alla fuoriuscita delle urine. Con il progressivo invecchiamento della popolazione, la patologia è destinata ad aumentare, ponendosi come il disturbo urologico più diffuso e diagnosticato (80% per i pazienti over 60), secondo solo alla ipertensione arteriosa. Comprensibilmente, quindi, anche uno dei problemi più rilevanti per il Sistema Sanitario Nazionale.
Le prime terapie per rimuovere l’ostruzione prostatica ed evitare complicanze sull’intero apparato urinario sono, di norma, farmacologiche; quando i farmaci non sono efficaci si ricorre, in genere, alla resezione transuretrale della prostata (TURP), intervento chirurgico tradizionale che comporta la degenza ospedaliera e che - comunque - non è sempre idoneo, soprattutto in presenza di pazienti con patologie cardiovascolari, in cura con anticoagulanti e antiaggreganti o, per esempio, portatori di pacemaker. Per molti di questi pazienti è ora disponibile una innovativa soluzione minimamente invasiva, che impiega il laser verde (Greenlight XPS ™Laser, dalla ricerca Boston Scientific) per vaporizzare i tessuti. Secondo le recenti linee-guida della EAU (European Urology Association), questa soluzione terapeutica, supportata da numerosi studi clinici, evidenzia una maggiore efficacia rispetto agli interventi di chirurgia tradizionale.
Adottato su pazienti di varie età dalla Clinica Barbantini - Gruppo Santa Chiara, diLucca, il raggio laser funziona come un vero e proprio “bisturi immateriale“ che vaporizza i tessuti con efficacia e delicatezza, intervenendo anche su aree piccolissime con precisione e notevole potere coagulante, ma senza coinvolgere i tessuti circostanti.
Lo conferma il Professor Novello Pinzi, Responsabile dell’unità Funzionale di Urologia della Clinica: “il trattamento prostatico endoscopico disostruttivo, preferibilmente con laser verde (Greenlight XPS™Laser) è ad oggi il miglior trattamento definitivo esistente. Si tratta di un raggio laser ad alta potenza che vaporizza con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico, trasformandolo in bollicine di vapore e ripristinando la normale funzione urinaria. Il laser verde è anche l’unico che permette di trattare pazienti “a rischio“, fino ad ora difficilmente operabili come, per esempio, quelli affetti da patologie cardiovascolari. Coagulando istantaneamente i vasi dell’area trattata, senza causare sanguinamenti, consente infatti di operare in tutta sicurezza anche pazienti ad elevato rischio emorragico, in trattamento con antiaggreganti e anticoagulanti. Questa tecnologia, inoltre, (non dimentichiamo che di ipertrofia prostatica benigna soffrono anche uomini che hanno meno di 50 anni - ndr) preserva molte funzioni vitali, compresa l’attività sessuale”.
La Clinica Barbantini di Lucca è uno dei Centri italiani di eccellenza che impiegano il raggio verde Greenlight XPS™laser per affrontare patologie urologiche e che ha sviluppato in questo settore competenze fra le più avanzate nel territorio. “Gli interventi con il laser verde sull’ipertrofia prostatica benigna” - conclude il Professor Pinzi ( oltre all’attività clinica, docente a contratto all’Università di Siena ) - “sono poco invasivi ma molto risolutivi e consentono il recupero delle funzioni e della qualità di vita in tempi brevi. Per questo, siamo fiduciosi di poterli proporre a un numero crescente di pazienti, sia per evitare soluzioni chirurgiche drastiche, sia per contribuire concretamente - attraverso la riduzione delle degenze ospedaliere e il minore rischio di complicanze postoperatorie - al contenimento dei costi per il Sistema Sanitario Nazionale”.
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