Venerdì 15, si è svolta l'udienza di Cassazione per l'omicidio di Vanessa Simonini, avvenuto a Gallicano, la notte tra 7 ed 8 dicembre 2009. Le motivazioni che hanno spinto il suo assassino, Simone Baroncini, ad ucciderla, il rifiuto di cedere a delle avances.
Lei si negò, rifiutando le proposte di lui, perché lo considerava un amico fraterno. Lui, per tutta risposta, le tolse la vita strangolandola.
Per l'occasione il consigliere Regionale del PD, Pellegrinotti, ha rilasciato una nota in cui si appella alla giustizia perché faccia il suo corso. Non è una caccia al mostro quella che chiede. Ma giustizia e coerenza, facendo riferimento alle leggi contro il femminicidio e alle politiche contro la violenza di genere.
A distanza di quasi 4 anni esatti dall’omicidio di Vanessa Simonini la Corte di Cassazione dovrà decidere se accogliere o meno uno dei due ricorsi, di opposto contenuto, presentati in seguito alla sentenza della Corte d’Assise d’Appello che nel giugno 2012 aveva ridotto da 30 a 16 anni la pena per l’assassino.
Com’era prevedibile, la Procura generale ha ritenuto troppo mite la pena così ridotta.
Come non era prevedibile - aggiunge Pellegrinotti - la difesa di Simone Baroncini, che ha strangolato Vanessa per essersi rifiutata di soddisfare le sue avances sessuali: ha ricorso, infatti, affinché la pena fosse ulteriormente abbassata.
Un atto incomprensibile, quasi un affronto, oserei, alla dignità del percorso che, con dolore, la famiglia ha affrontato lungo questi tre gradi di giudizio.
Il tempo ha permesso, anche all’opinione pubblica, di ragionare una reazione meno emotiva, più lucida; per questo, anzitutto come cittadino di Gallicano, dove Vanessa è cresciuta, intendo sottolineare con forza - continua - che non è la “caccia al mostro” che mi sta a cuore quanto la credibilità del nostro sistema giudiziario.
Deve essere garantita una pena adeguata per l’esecutore di un delitto brutale che è costato la vita a una donna di soli vent’anni.
Non è pensabile - conlude - che mentre si approva la legge contro il femminicidio in Parlamento e mentre la Regione Toscana rafforza il sistema di politiche integrate di contrasto alla violenza di genere, all’assassino di Vanessa venga riconosciuto un ulteriore sconto di pena. Si tratta di una questione di coerenza: questa è un’importante partita culturale e civile che vede coinvolti numerosi soggetti, tra i quali la Magistratura, e oggi più che mai è necessaria unità di intenti e di visione perché non si depotenzino, applicando automaticamente sconti ammissibili, le misure fin qui introdotte.