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“CardioLucca”: alla IX edizione il meeting internazionale della Cardiologia

La Redazione
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Torna l’appuntamento con il meeting internazionale “CardioLucca”, promosso dalla Cardiologia dell’ospedale di Lucca diretta dal dottor Francesco Bovenzi, Presidente dell’Associazione dei Cardiologi Ospedalieri Italiani (ANMCO).
L’iniziativa, giunta alla sua nona edizione, è in programma da giovedì 28 a sabato 30 novembre nell’Auditorium di San Francesco a Lucca.
Il dottor Bovenzi spiega il senso e gli obiettivi di questa edizione:
“Il singolare titolo, “Grand Tour della Cardiologia”, segna una nuova tappa del lungo percorso scientifico e culturale intrapreso nove anni fa dalla Cardiologia lucchese. Quest’anno il titolo è suggestivo ed in linea con i viaggi di istruzione del ‘700, che portavano in Italia tanti giovani dal nord Europa. In analogia, CardioLucca intende presentare il salutare esercizio formativo basato sul confronto della più moderna scienza cardiologica, riportandolo virtualmente a quanto accaduto nel miglior periodo dell’illuminismo europeo.”
Il termine tour, infatti, chiarisce meglio la finalità del viaggio formativo destinato a perfezionare il sapere della tradizione classica, depurato dallo spirito romantico legato alla mutevole realtà sociale. Così, come tre secoli fa quando assistevamo a grand tour di istruzione e formazione di giovani che venivano in Italia per studiare la letteratura e le arti. “Oggi, ricorda Bovenzi, la mutevole realtà scientifica delle cardiopatie ci permette di spaziare tra le più aggiornate evidenze in tema di diagnosi e cura, fino ai nuovi modelli di organizzazione ospedaliera in un contesto di spending review. Un continuo divenire di cultura scientifica e organizzativa, che rappresenta un utile punto di partenza per il futuro.”
Il crescente peso epidemiologico delle cardiopatie e della cronicità impone ai cardiologi di credere nel virtuoso circolo di miglioramento della qualità dell’assistenza che crede nella ricerca clinica e nella formazione continua. In tal senso “CardioLucca” presenta un ampio programma nel segno dell’abituale tradizione di un grande evento, fatto non solo di simposi e di letture allo specchio, ma di forum, focus e controversie. Da tutta Italia giungeranno centinaia di Cardiologi che saranno presenti a Lucca per ascoltare e discutere con alcuni tra i più autorevoli relatori in campo nazionale e internazionale su problematiche scientifiche e organizzative emergenti della moderna Cardiologia.
Un piacevole complemento, che quest’anno fa da cornice all’importante occasione scientifica, è la presentazione dell’iniziativa culturale ispirata al concetto che anche la poesia possa fare bene alla cura di tante malattie, fra cui anche le cardiopatie:
“La poesia – evidenzia Bovenzi - ha una forza emozionale che in alcune circostanze predisponenti, come lo stato di malattia, stimola sentimenti con tranquillizzanti inattese circostanze positive di risposta alla lettura, alleggerendo il peso del disagevole condizionamento legato al ricovero. La poesia di per sé riflette non solo lo stato d’animo dello scrittore, ma anche del lettore e in alcune condizioni di sofferenza può trasformare il disagio in emozioni positive, tanto da ipotizzare che possa esercitare un'azione fisica benefica.”
Il principio si basa sull’idea che l’utilizzo di poesie dell’autore Aldo Cellie, dallo stile letterario semplice, raccolte in un libro edito da Maria Pacini Fazzi dal titolo “Il cuore ha bisogno di poesia”, che riporta e fa riferimento a valori universali come l’amicizia, la religione, gli antichi mestieri, potrebbe facilitare a suon di versi l’empatia nei percorsi di diagnosi e cura. Attraverso la poesia è possibile creare con il malato ulteriori spazi comunicativi e nuovi modi per avvicinarsi e condividere la sua sofferenza. Con queste premesse, con questa scelta, si è cercato di capire se attraverso un libro di poesie narrative, appositamente selezionate, fosse possibile offrire uno strumento capace di aiutare a far fronte alla gravità della cardiopatia vissuta in ospedale. Le prime esperienze indicano che la lettura di poche semplici liriche incida su alcuni parametri come la maggiore disponibilità all’ascolto e la capacità di dialogo con gli operatori sanitari. Da una prima analisi il monitoraggio di queste relazioni evidenzia un elevato indice di gradimento dell’iniziativa, molto gradita ai malati ricoverati e capace di ridare forza, oltre che fiducia, al rapporto medico-paziente, mai così in crisi come in questi ultimi anni.
“Parliamo di Cardiologia - sottolinea ancora Bovenzi - e non possiamo non far riferimento al cuore, organo in cui simbolicamente hanno sede le emozioni. Per questo la metafora del cuore e della poesia, ricca di per sé di simboli, aiuta, perché alleggerisce quel mal di vivere provato dai ricoverati nel reparto di unità di terapia intensiva cardiologica. La lettura strumento di conoscenza di sé potenzia le capacità empatiche, permettendo di affrontare con maggiore sicurezza il disagio legato al ricovero e per certi versi potrebbe persino mitigare le sofferenze fisiche. Le poesie certamente regalano benessere perché aiutano a costruire un proprio spazio temporale in cui racchiudersi, pensare, sognare e sentirsi protetto.”
E così, anche per il malato in terapia intensiva è bello ogni tanto fermarsi con la mente, allontanare i cattivi pensieri e riflettere recuperando la dimensione più familiare della lirica per addentrarsi in un viaggio ricco di positive emozioni in compagnia della parola scritta. In fin dei conti anche per i malati più critici esiste una sola parola d’ordine per continuare a credere in un pronto recupero: l’insostituibile bisogno di “poesia”.

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