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Si è concluso “CardioLucca”, il meeting degli specialisti nel campo cardiovascolare

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Lucca, ancora una volta al centro dell'attenzione nazionale, stavolta grazie a “CardioLucca 2015”, il meeting che per tre giorni, nella sala Ademollo di palazzo Ducale, ha visto protagonisti i maggiori specialisti della ricerca clinica cardiovascolare. Tre giorni di simposi, letture allo specchio, focus che hanno coinvolto 480 cardiologi provenienti da ogni parte d'Italia e che hanno ritagliato un posto di rilievo alla città nel panorama scientifico nazionale.

Soddisfatto il dottor Francesco Bovenzi, direttore dell'Unità Operativa di Cardiologia per questo importante appuntamento dove sono state discussi i più moderni percorsi di diagnosi e cura in tema di malattie cardiologiche per il quale non sono mancati gli apprezzamenti di tanti, a partire da quelli del direttore generale dell’Azienda  USL 2 Joseph Polimeni, per gli standard raggiunti dall'unità cardiologica lucchese, anche alla luce del nuovo riassetto organizzativo che ha accompagnato l'apertura dell'ospedale San Luca. Apprezzamenti che trovano conferma nei più recenti dati del programma nazionale esiti resi noti dall'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari, che fotografano la cardiologia lucchese come tra le più efficienti sul territorio nazionale.

“Siamo soddisfatti del lavoro svolto a Lucca – spiega Bovenzi –. La nostra forza culturale scientifica e organizzativa è viva anche nella formazione continua che ci permette di migliorare il lavoro nell'interesse primario del malato che si rivolge alle nostre cure ed ha fiducia in noi. Conoscere il presente e il futuro della ricerca permette di vincere la sfida nella lotta alle crescenti malattie cardiovascolari”.

I numeri, anche per quanto riguarda la realtà lucchese, ovvero la Piana e la Valle del Serchio, parlano chiaro: ogni anno sono oltre 1000 le sindromi coronariche acute a cui si deve fare fronte, 200 le angioplastiche primarie, 500 quello coronariche, 250 i pacemaker impiantati. Oltre 30mila le prestazioni effettuate complessivamente. Cifre davvero importanti. “Sono numeri che fanno riflettere – aggiunge Bovenzi – e invitano a non abbassare la guardia per continuare a essere sempre più efficienti nella riduzione della mortalità per malattie legate al cuore”.

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