Partecipa a LuccaCittà.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Luoghi e non luoghi… la realtà che ci appare!

Condividi su:

L’ aeroporto, la stazione ferroviaria, il supermercato… Li frequentiamo quasi ogni giorno. La sociologia li chiama "non-luoghi", sottolineandone la predisposizione al transito delle persone e delle merci. A seconda degli orari, appaiono affollati o deserti. Sono zone di passaggio… e non conoscono veri e propri abitanti. Come scritto da Marc Augé, i non-luoghi non hanno lo scopo di "creare identità individuali, relazioni simboliche e patrimoni comuni", ma bensì consentono la circolazione di “entità di varia natura” e fanno di tutto per renderla più facile. Nella società attuale, sono sempre più diffusi… a discapito del loro opposto, il “luoghi” in senso stretto. Si è persa la piazza “cittadina” dove nascevano amicizie e nuovi amori, il bar (protagonista del chiacchiericcio cittadino e della risata), si è insomma smarrito il “luogo pubblico della socializzazione”, dove lo stare insieme era comunicare non solo informazioni, ma anche il trasmettere affetti e tenerezze. L’io, maturava una propria fisionomia, grazie al contatto e al confronto con gli altri soggetti (spesso aspro, ma psicologicamente costruttivo) e si strutturava in maniera proporzionata e uniforme. Adesso non è più così. la frammentarietà delle relazioni sociali comporta una rarefazione del soggetto, che lo proietta in un turbine di possibilità deboli e temporanee. Occorre riscoprire quelle tradizioni e quei rapporti che oramai si sono persi nel corso delle generazioni, e metterli in luce fin da subito. Era bello poter parlare, scherzare, e passare parte del proprio tempo libero in circoli ricreativi o nelle stesse vie paesane ricche di ricordi. Con l’avvento delle città globali, e delle grandi metropoli, però, tutto è cambiato. E’ mutato il modo di rapportarsi con gli altri, e si sono spaccati i tradizionali legami tra uomo e ambiente. Viviamo in un mondo saturo di inquinamento, e privo di un’adeguata politica ambientale di livello internazionale. Se tutti gli stati del globo si unissero contro il fenomeno del degrado territoriale, probabilmente vivremmo più liberi e più tranquilli in vista del prossimo futuro, che è pressoché alle porte. Non è mai troppo tardi per cambiare le nostre abitudini, i nostri costumi e cercare di riscoprire la solidarietà che ha contraddistinto, per secoli, la razza umana. Occorre ritrovare quel senso di comunità, caratteristico dei piccoli gruppi sociali, che tutt’ora esistono (nelle remote zone africane e non solo). Non sarà semplice, ma è necessario per il benessere di noi stessi e dell’intera umanità.

Condividi su:

Seguici su Facebook