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Ricerca e Innovazione, una strada chiamata futuro

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L’innovazione e la tecnologia ricoprono un ruolo fondamentale, all’interno della società umana. E’ altrettanto vero, però, che in Italia, gli investimenti riguardanti questi due settori sono spesso ridotti all’osso e messi in secondo piano.
Basti osservare le ultime indagini ISTAT per accorgersi di come il nostro paese sia indietro anni luce, rispetto alla media europea (per quanto concerne gli investimenti in ricerca sociale e farmaceutica).

In Germania, e nei paesi scandinavi, gran parte delle voci di bilancio vengono riversate e investite in tali attività con grandi ritorni materiali (in termini di salute pubblica ed economica). Questo perché, specialmente all’interno di quest’ultimi, è presente una mentalità diversa. La ricerca, come noi stessi sappiamo, è un campo di azione che non sempre porta a risultati immediati. E’ per tali motivazioni che, nell’era del “tutto e subito”, viene il più delle volte snobbata e considerata materia di poco conto. Pensiamo, ad esempio, a Telethon. Da sempre, questa maratona benefica, raccoglie ogni anno milioni di euro per la lotta contro le malattie genetiche. E’ diventata, ormai, una realtà nazionale con introiti di un certo livello, che danno (il più delle volte) un respiro di sollievo a tutti i ricercatori italiani. I risultati di tali investimenti, per emergere, richiedono spesso anni e anni se non decenni, ma non per questo sono meno importanti.

Una scoperta riguardante una patologia, che sopraggiunge dopo 20 anni, avrà un’importanza incredibile e un impatto mondiale clamoroso. Questo non accade soltanto nel settore medicale, ma anche nell’ambito sociale. Basti pensare alle ricerche di carattere quantitativo e qualitativo, che fanno scoprire ogni giorno aspetti tecnici e sociali di un certo calibro, riguardanti il nostro modo di vivere e di pensare. Gli istituti di ricerca che svolgono tale attività, non sono molti in Italia (e spesso fanno fatica a reperire i fondi necessari per il proprio sostentamento economico e finanziario).

Numerosi tagli dei differenti governi, inoltre, hanno reso questo campo di attività alquanto ostico, specialmente dagli inizi degli anni 2000. E’ importante capire, in virtù della nostra coscienza, che senza ricerca non c’è vita. Senza ricerca non c’è futuro. Questo non lo dico io, ma lo affermano milioni di medici, scienziati, che ogni giorno mettono anima e corpo nel lavoro che fanno, senza mai lamentarsi dei mancati guadagni.
All’interno della nostra esistenza, il denaro non deve occupare il 90% di ciò che è importante, ma al massimo l’1.

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